giovedì 4 agosto 2011

Diabolik di Mario Bava


Il budget più alto che Bava abbia mai visto (200 milioni di lire) e uno dei più bassi mai concessi da Dino De Laurentiis.
Ispirato all'omonimo fumetto delle Giussani, porta sullo schermo in modo molto approssimativo gli eventi raccontati negli albi: Lotta disperata, L'ombra della notte e Sepolto vivo!.
Inizialmente il regista avrebbe dovuto essere Tonino Cervi, ma dopo una settimana di riprese venne licenziato da De Laurentiis che lo rimpiazzò con Mario Bava. Il film infatti aveva bisogno di molti effetti speciali da poter realizzare con un budget non proprio generoso.
Regista e produttore si trovarono subito in disaccordo, Bava avrebbe voluto realizzare un film più fedele possibile al fumetto, mantenendo quindi la stessa dose di violenza, De Laurentiis invece, temendo eventuali blocchi della censura, preferì smorzare un pò i toni cupi, anche per rendere il personaggio più appetibile al grande pubblico.
Ci furono problemi anche con gli attori. Nel ruolo di Diabolik era stato scritturato Jean Sorel, che con il cambio di regista venne sostituito da John Phillip Law, impegnato contemporaneamente sul set di Barbarella, sempre prodotto da De Laurentiis.
Per il personaggio di Eva Kant venne presa in considerazione Catherine Deneuve (!!!), che però venne scartata perché poco adatta al ruolo e soprattutto perché non era disposta a partecipare a scene di nudo. Alla fine la parte andò a Marisa Mell.
Insomma una situazione un pò caotica, e un'esperienza competamente nuova e forse negativa per Bava, che negli anni successivi rifiutò qualsiasi altra collaborazione con De Laurentiis, prima per Diabolik 2, poi per King Kong.
La trama è altrettanto confusa. Come dicevo, si tratta di tre episodi diversi collegati un pò come capita: all'inizio vediamo Diabolik che riesce a rubare il solito malloppone di dollari sotto il naso dell'odiatissimo Ispettore Ginko (Michel Piccoli). Dopo il furto, Scotland Yard annuncia che per fermare l'ondata di crimini verrà reinserita la pena di morte fino alla cattura di Diabolik, così il diaboliko ladro si trova contro anche tutta la criminalità organizzata capeggiata dal boss Ralph Valmont (Adolfo Celi).
Una trama che in realtà è solo una premessa, perché dopo pochi minuti ci si rende conto che gli eventi sono collegati in modo molto precario.
In realtà il tutto è solo un pretesto per vedere Diabolik in azione in tre diverse situazioni, che però mancano completamente di suspence visto che non ci sono mai dubbi sulla riuscita dell'ennesimo complicatissimo piano.
Come prodotto di intrattenimento però è più che soddisfacente, e arrivo a dire che se non fosse per la narrazione grossolana non avrebbe nulla da invidiare a film ben più celebri, come quelli della serie di 007. Ci sono inseguimenti d'auto ben girati, effetti speciali degnissimi, scalate, deragliamenti di treni, gadget fantasiosi e belle donne.
E poi c'è lo stile tipico di Bava, che ha reso Diabolik uno dei simboli del cinema "pop".
L'uso di filtri particolari, i vetri colorati, i grandangoli, gli zoom violenti, contribuiscono a portare sullo schermo un'estetica estremamente vicina a quella dei fumetti, creando un film visivamente notevole che a distanza di anni fa ancora un certo effetto. Da questo punto di vista mi ha ricordato Hulk di Ang lee.
Diabolik è anche una delle opere più rappresentative per quanto riguarda l'effettistica di Bava. La caverna del ladro è infatti uno dei suoi lavori più riusciti.
Grazie a cartoni dipinti e vetrini posizionati davanti all'obiettivo, una semplice grotta vuota è diventata una base segreta futuristica con cupole di vetro e ponti sospesi.
Come quasi tutti i film di Bava, è stato rivalutato solo negli ultimi anni.
Roman Coppola lo ha omaggiato nel suo CQ, un film che volevo vedere da un pò ma di cui mi ero dimenticato.

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