martedì 24 gennaio 2012

J. Edgar di Clint Eastwood



Pubblico un pò in ritardo il mio commento, lo avevo scritto sbrigativamente e non sapevo se pubblicarlo, ma visto che sto trascurando un pò il blog...

Come mi capita con quasi tutti i biopic, mi sono ritrovato a chiedermi: era una vita che valeva la pena di essere raccontata ? Se ne può trarre qualcosa di positivo aldilà del semplice dato biografico ? E come mi capita quasi sempre mi sono risposto: no. E' la vita di un altro uomo di potere che ha tanto da raccontare e tanto da nascondere, c'è un retroscena interessante sull'America bigotta di inizio secolo e sull'identità sessuale ma è poco più di una nota a margine, mentre il grosso della storia ruota intorno al tema della "paternità" dell'FBI e ai compromessi del potere, tutte cose sentite e risentite, soprattutto nell'ambito delle pellicole biografiche. Persino come affresco storico è tutt'altro che completo o interessante, indipendentemente da quanto si conosce della storia americana.
Sul piano tecnico niente da segnalare, mi pare che Eastwood abbia fatto proprio il minimo indispensabile. Si sente la mancanza di immagini potenti e personaggi realmente colossali (e quando si parla di uno come Edgar Hoover non è poi un problema da poco), non c'è quasi traccia della narrazione solida e coinvolgente delle opere migliori, e, ultimo ma non ultimo, manca una colonna sonora degna di Eastwood, o se c'era me la sono proprio persa.
Insomma deludente su tutti i fronti, evito di accostarlo agli ultimi due film perché fortunatamente e inevitabilmente è privo di quel buonismo un pò patetico che li caratterizzava.
Mi accodo a quelli che si sono lamentati dell'infelice scelta del doppiatore di Di Caprio, io personalmente non mi sarei offeso se per una volta avessero usato una voce diversa, e il film ne avrebbe sicuramente guadagnato. Terribile anche il trucco di Colson anziano, ci si chiede come abbiano fatto a girare il film senza che tutti scoppiassero a ridere ogni volta che l'attore entrava in scena (e si, anche da me qualcuno si è sentito in dovere di citare I Soliti Idioti), mentre il make up di Hoover si è rivelato meno ridicolo del previsto.
Certo che Di Caprio in scena con quel capoccione da anziano, sopra al suo fisichino minuto con le spalle sempre perfettamente dritte mi ha fatto uno strano effetto, dava alla scena qualcosa tra il grottesco e il patetico, soprattutto negli ultimissimi momenti. Quindi la dico tutta, non salvo nemmeno la recitazione.

domenica 22 gennaio 2012

The House of the Devil di Ti West

L'ho visto proprio ieri sera, mi limito a un sonoro: bah!
No, non è vero, ecco il resto: non capisco e non condivido l'entusiasmo di alcuni, ma non mi sembra nemmeno un film da liquidare con tanta leggerezza.
Il suo pregio principale paradossalmente è proprio il lunghissimo prologo in cui non succede nulla, viene solo preparata la suspence per la prevedibile conclusione, il bello è che poco prima avevo visto Non avere paura del buio (a proposito, filmetto anonimo e banalissimo) in cui il problema è inverso, qualcosa succede ma... chissenefrega.
Sai che c'è qualcosa dietro l'angolo ma non sai quanto manca per svoltare, però è tutto qui, una semplice attesa, la suspence è lì ma non viene alimentata in nessun modo. Per fortuna osservare Jocelin Donahue che gironzola per casa è un piacere, altrimenti avrei gradito meno.
I titoli di testa mi hanno quasi fatto innamorare, semplici ma con stile, già dai primi istanti si capisce che il film è un bell'omaggio al filone horror anni '70 e '80 (più '80 però, anche se ricorda tantissimo Halloween).
Poi però arriva la delusione, forse proprio per colpa di alcuni commenti iper entusiastici che ho letto su forum e siti di cinema. La lunga attesa non è un problema, anche perché qui è gestita abbastanza bene, ma ci si aspetta che il finale sia proporzionalmente esplosivo, invece boh, lo trovo alquanto moscetto. Il ritmo sale, la regia si fa inevitabilmente più movimentata ma non c'è una vera e propria brusca accelerata rispetto alla calma piatta di poco prima, eppure non ci vuole poi molto a vivacizzare un film dopo un incipit del genere (giusto per essere più chiaro, il film dura 95 minuti e gli eventi precipitano a circa 15-20 minuti dalla fine).
Anche sulla regia niente da segnalare, ha giusto qualche momento particolarmente ispirato, come l'inseguimento all'aperto nel finale o alcune inquadrature che ricordano tanto quelle dei film che cerca di omaggiare. Per esempio quella in cui Samantha si affaccia sulla scala del seminterrato mi ha fatto alzare entrambi i sopraccigli.