sabato 10 settembre 2011

Manos - The hands of fate di Harold P. Warren

Manos - The hands of fate
Scritto, diretto, prodotto e interpretato da Harold P. Warren



Huhuhu probabilmente il peggior film della storia, e comunque il podio non glielo leva nessuno. Sembra un filmino delle vacanze, vacanze terribili.
Warren lo realizzò nel 1966 come penitenza per una scommessa persa, e già questo la dice lunga, poi nel 1993 il film venne mostrato nell'ultimo episodio della serie Mistery Science Theater 3000 e da quel momento è diventato un fenomeno di culto per tutti gli amanti del trash prepotente. Si dice che Tarantino abbia acquistato la pellicola originale per la sua collezione personale perché, pur essendo un horror, lo considera la sua commedia preferita.
Ma andiamo per ordine:
La trama, che raccontata così potrebbe anche sembrare decente, è già di per se un capolavoro. Michael (Warren), sua moglie Margareth e la piccola Debbie stanno facendo un bel viaggetto sul una Ford Galaxy decappottabile, gli abiti che indossano sono degli anni '50 e la località desertica sullo sfondo è El Paso.
Michael è il classico padre di famiglia, si è perso ma non vuole ammetterlo, però la moglie è una scassapalle che si lamenta di tutto e gli fa pesare la cosa.
Finalmente raggiungono la svolta per Valley Lounge e imboccano una strada in pieno deserto, incontrano una coppietta intenta a pomiciare e sbevazzare, e poi si perdono di nuovo... A questo punto, nonostante sia ancora pomeriggio pieno, la moglie sottolinea con acidità "Si sta facendo buio, torniamo indietro".
E così fanno, ma a metà strada si imbattono in una casa che prima non avevano notato. Sulla soglia c'è lui:

Torgo, interpretato da John Reynolds, anche se sembra Neri Marcorè quando imita Gasparri. L'"attore" era un tossicodipendente (la cosa è evidente), che si è suicidato 6 mesi dopo l'uscita del film, non ci giurerei ma credo che i due fatti siano in qualche modo collegati.
Insomma Torgo, che ha un tema musicale tutto suo, è un servitore storpio con un bastone, sulla cui sommità compare una mano di metallo. Il poveraccio ha delle ginocchia enormi (secondo Warren doveva sembrare un Satiro) e zoppica come un pazzo con le convulsioni, forse reali sintomi di astinenza, quindi per fare qualsiasi movimento impiega un'eternità. Anche quando parla tende ad essere evasivo o molto ripetitivo e i suoi occhi non si fermano un attimo. Il classico fattone che non ce la fa a stare dietro al discorso e si annoia.
Tanto per peggiorare le cose, l'allegra famigliola lo costringe a fare avanti indietro con i bagagli e la cosa diventa davvero esilarante.
Questo spassoso servitore fa la guardia alla casa, mentre il suo misterioso Maestro è assente, ma è sempre con lui, ma è assente, anche se è sempre con lui.
Intanto l'allegra famigliola sente puzza di guai, il loro cagnolino scappa e viene divorato da qualche animale del deserto, e la bambina si fa delle penniche profondissime, ma dipende un pò dalle inquadrature.

Tagliando corto, il maestro è uno che somiglia a Frank Zappa ma ha una bellissima tunica nera decorata da gigantesche mani rosse, riposa nel deserto e ogni tanto si sveglia per aggiungere una nuova moglie alla collezione, però Torgo, invaghito di Margareth, si ribella al maestro e viene punito in modo fintroppo delicato, mentre le altre mogli si lanciano in una lunghissima cat-fight per decidere se uccidere o no la bambina.
Ah dimenticavo, il maestro venera una divinità chiamata Manos, ma il film rimane un pò sul vago in proposito.
Una vera sceneggiatura spacca mascella, ma il meglio sta tutto nella regia e nelle interpretazioni magistrali.

Bisogna premettere un paio di cose:
Vedendo il film è difficile non notare i milioni di tagli con cui è stato mutilato, all'inzio pensavo fossero dovuti alla totale mancanza di preparazione del regista e del montatore, se ce n'è stato uno, invece solo ora scopro che è tutta colpa della macchina da presa, una Bell & Howell da 16mm a mano che permetteva di girare solo per 32 secondi alla volta.
Quindi potete tranquillamente immaginare il grande dinamismo della pellicola. Ogni scena di dialogo è interrotta da diversi tagli, con cambi di inquadratura e di luminosità belli quanto utili. Oppure ci sono 30-40 tagli tutti sulla stessa inquadratura, alternati a qualche raccordo in asse e a un sacco di primi piani con luce e colori completamente sballati. Anche per queste ragioni l'intero film è stato poi pesantemente rimaneggiato in post produzione, e tutti i dialoghi sono stati ridoppiati da soli tre attori.
In post-produzione dovevano anche essere aggiunti dei titoli di testa, però qualcuno si è dimenticato farlo e allora è rimasta solo una lunghissima e inutile sequenza del viaggio in auto con la solita valanga di tagli e scenografie che si ripetono in continuazione.
Altra cosa importante è l'assenza dell'effetto notte. Le scene notturne sono state veramente girate di notte in mezzo al deserto, così le luci di scena attiravano un sacco di insetti che sono visibili abbastanza chiaramente nella versione finale del film.
Probabilmente la bambina che interpretava Debbie era troppo piccola per stare sveglia fino a tardi, perché durante il film la vediamo spesso profondamente addormentata sullo sfondo, sul divano di una delle tre location. Probabilmente ogni tanto tentavano di svegliarla, infatti in un'inquadratura è sdraiata mentre in quella dopo è seduta, e così via...
Naturalmente le poche luci a disposizione bastavano soltanto per illuminare gli attori, che quindi non potevano muoversi molto o allontanarsi dalla posizione iniziale. Da qui una scena spassosissima: due poliziotti sentono degli spari nel deserto e scendono dalla macchina, ma non potendo fare nulla, fingono delle facce preoccupate e risalgono tranquillamente in macchina come se niente fosse.
Come se non bastasse ci sono anche tantissimi blooper. Le penniche della bambina, la madre che da un'inquadratura all'altra si perde il foulard, varie linee di dialogo incoerenti e slegate dal contesto, insetti che sbattono contro l'obiettivo, fotografia saturatissima, ciak in bella vista, battute ripetute sempre per due volte, cani al guinzaglio che non vedono l'ora di andarsene...
Un paio di situazioni meritano assolutamente di essere citate:
- La coppia che pomicia in macchina.
In pratica l'attrice femminile avrebbe dovuto vedersi di più, ma si era rotta una gamba poco prima e quindi in ogni scena è seduta in macchina in braccio al fidanzato. Durante una delle scene che li riguardano si vede benissimo il ciak che passa davanti all'obiettivo:

Memorabile la reazione di lei davanti ai rimproveri dell'agente di polizia "Why won't you guys leave us alone ?"
Ma guys chi ? Boh.
-Il supplizio di Torgo
Come dicevo prima, Torgo viene punito dal maestro per la sua insubordinazione. La pena dovrebbe essere la morte, ma all'inizio viene semplicemente messo in un angolo in preda alle solite convulsioni. Poi, sdraiato su un altare, viene "torturato" dalle mogli infoiate, che in realtà lo stanno solo massaggiando.
Solo alla fine il maestro lo prende per il braccio e gli stacca la mano riducendola in fiamme, mentre il povero Torgo corre nell'oscurità rischiarata solo dal suo moncherino.
Una scena che oserei definire trascendentale.
-La fuga di Debbie
Dopo la morte del cagnolino, la madre non sa come spiegare la cosa alla bambina ma il padre risponde rassicurante:
"She's my baby, she will understand. She's my baby, she will understand."
Si esatto, lo ripete due volte.
Nel frattempo Debbie alle loro spalle esce dalla stanza, dopodiché lui si volta inorridito e urla "Where is she ?!?!".
Detta così non fa ridere, ma vi assicuro che mi mancava il fiato.
-Le mogli del Maestro
Tutte modelle di El Paso. Sono divertenti perché gesticolano come delle vedove sicule, e poi per la lunga lotta già citata. Si prendono a schiaffoni ma lo fanno in modo delicatissimo.
-Dimenticavo la cosa più importante, le musiche!
In realtà sono due. La prima, il tema principale, è una musichetta da film erotico con ritmo sincopato e molto clarinetto. Non c'entra assolutamente niente con nulla, e accompagna indiscriminatamente sia le scene più tranquille sia quelle che dovrebbero trasmettere tensione. Praticamente ricopre il 90% del film.
E poi c'è il tema di Torgo, una musica da pianoforte che ricorda tanto quelle dei film espressionisti tedeschi.
Vi assicuro che i primi venti minuti sono un'esperienza unica. Dieci minuti di viaggio in macchina senza dialoghi e con questo ritmo ipnotico... Veramente fantastico.

Vedetelo!

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